martedì 20 novembre 2012

La Sanità in Versilia va riCREAta!


In un intervento della Crea di Viareggio con il nuovo direttore generale della sanità della Versilia avvenuto lunedì 12 novembre, si nota già tutta la preoccupazione per il futuro di una cooperativa molto impegnata sul fronte sanitario e della difesa dei diritti dei portatori di handicap. Ad ascoltare, insieme a Baldacchini, anche il direttore della Società della Salute Enrico Salvadori e la futura nuova direttrice amministrativa dell'Asl, Grazia Luchini, già responsabile della Direzione sanitaria ospedaliera col precedente direttore Giancarlo Sassoli.

l problema è stato sollevato da Vera Caruso della cooperativa Crea che poi ha chiesto conto a Baldacchini anche delle fatture non pagate, a partire dal mese di luglio scorso. “Il direttore dell'epoca, Giancarlo Sassoli, ci comunicò per lettera che l'Asl avrebbe applicato il 5 per cento di riduzione sugli importi a noi destinati – ha raccontato Caruso – ma come avremmo potuto tagliare i servizi, ad esempio, nelle residenze per gli anziani?”. Così da luglio le fatture della Crea sono sospese e con esse i soldi che servono a pagare gli stipendi delle circa 200 persone che lavorano nella cooperativa. “Voi state mettendo a rischio il posto di lavoro dei nostri dipendenti e la tenuta stessa della nostra impresa”, ha concluso la presidente.
La risposta, Baldacchini, non ha potuto darla. “Venerdì scorso mi sono incontrato con i sindaci su questo argomento, ma non abbiamo trovato una soluzione”.

La Cooperativa CREA, continuamente vessata anche dagli ultimi tagli alla sanità che la vedono al centro di una spiacevole situazione che mira a dare un colpo finale all'esistenza della cooperativa stessa, perché è stata data comunicazione che non sarà persino rinnovata la convenzione con l'Asl che prevede l'erogazione di servizi di assistenza sociale per 16 operatori a cui non sarà rinnovato il contratto e che coprivano servizi alla persona di 1400 casi...

La società della salute è fallita, come istituzione e come concetto di difendere alcunché diritto, tornando indietro sui suoi passi da una inefficace amministrazione regionale, che ha tentato di mettere in piedi un altro carrozzone fatto di prebende e comode seggiole, naufragato nella crisi economica e nella sua presunta efficacia di rappresentatività di una comunità che si stringe attorno ai servizi del suo ospedale e alla qualità professionale degli operatori che la formano.
Dalla discussione, è emersa poi qualche certezza. L'Azienda sanitaria della Versilia deve recuperare 10 milioni di euro, ma si attende ancora la definizione delle linee guida regionali - che poi arriveranno sul tavolo dell'Area Vasta – per sapere dove e cosa tagliare. Intanto, l'onda lunga del risparmio imposto dalla necessità di arrivare all'equilibrio di bilancio alla fine dell'anno, è partito dalle corsie dell'ospedale Versilia, dove i malati ora devono portarsi le posate da casa e non possono più scegliere il menu.

E' il fallimento totale della politica dispendiosa ed arrogante del sig. Rossi e del suo partito defunto, l'uomo qualunque che dirige la regione Toscana presa un tempo a modello per la sua efficienza proprio in campo sanitario, peccato che durante il mandato di Rossi come assessore alla sanità, l'Asl di Massa gettava letteralmente via i soldi dei cittadini mandando in fumo ben 400 milioni di euro fra donnine, Rolex e sperperi di vario tipo.

 Si parla anche di personale in eccesso e di impossibilità di garantire l’acquisto di macchinari indispensabili per le diagnosi, di chiusura di presidi come Portoferraio, la Versilia stessa e cosi via e allora ci domandiamo noi, in una situazione del genere ha senso spendere cifre ingenti per costruire un nuovo ospedale a Livorno o a Lucca se poi dobbiamo vedere i servizi sanitari e sociali agonizzare e con loro anche la salute dei cittadini, nel nostro ospedale unico della Versilia?

Noi ci batteremo fino all'ultimo per difendere i diritti dei più deboli, di chi non può permettersi una sanità privata o esami diagnostici importanti rimandati all'infinito, per non farsi sottrarre il diritto alla salute conquistato in tanti anni di sacrifici lavorativi in nome di una crisi che non ci appartiene, perché solo frutto di una truffa perpetrata da banche speculative complici di politici e passati e attuali primi ministri collusi se non più colpevoli di loro, ad essere incapaci di non trovare soluzioni che difendano il ben-essere dei propri cittadini.


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