domenica 18 novembre 2012

Cote d’Azur 6200 – Versilia ZERO


Analisi flussi turistici annuali divisi per provenienza in Costa Azzurra

Certo se si analizzasse come un risultato sportivo quello proposto nel titolo, metterebbe i brividi addosso. Ma forse penserà qualcuno ad una sorte di codice, oppure cercherà di rincuorarsi magari strizzando l'occhio ad adozioni di strategie zero di rifiuti contro le tonnellate di indifferenziato da smaltire in qualche angolo del dipartimento delle Alpi Marittime. Molto semplicemente si tratta del numero degli eventi organizzati dalla Costa Azzurra nel 2011 contro gli ZERO a nome della nostra beneamata Versilia. Si perchè anche il singolo evento vuoi il Pucciniano o la Versiliana, quando si tratta di pubblicità vanno tutti sotto il  nome della singola città, che all'estero molte volte potrebbe dire poco o niente. Quanto potrebbe essere cambiato nel destino promozionale del nostro territorio,  se un comune unico della Versilia o meno utopisticamente, SE  i 7 assessori del turismo delle varie città che compongono la Versilia, si riunissero per realizzare un contenitore unico degli eventi, calendario, organizzazione e promozione da pubblicizzare in ogni dove? Al convegno tenuto a Pietrasanta sulla destagionalizzazione del turismo versiliese, dove è stato invitato Eric Dorè direttore generale del Comitato regionale del turismo della Costa Azzurra, invasa tutto l'anno da turisti a livello internazionale, le cose vanno effettivamente in modo molto diverso e dove vige una rigorosa programmazione (vedi il video allegato in inglese)  soprattutto in base ai target che si vogliono raggiungere. La Toscana conta circa 75 mila addetti al turismo con il suo indotto e con un tasso di disoccupazione del 5,8% e un pil procapite di 28.500 euro, ma di fronte a una stagione estiva che nel nostro comprensorio, ha prospettive interessanti solo dal 1 luglio al 31 agosto.

Con un territorio ampiamente variegato, che in 11 km offre dalla montagna alla spiaggia e con una grandissima capacità ricettiva rispetto alla capacità di interazione, con chi vorrebbe vivere il territorio da turista. Le dinamiche macro sono legate ai trasporti in particolare aerei, dove di fronte ad un aeroporto di Pisa che paga 20 milioni di euro per far atterrare la Ryanair, la Costa azzurra gli ha al contrario imposto di atterrare presso i suoi aeroporti senza pagare nulla in cambio, nonostante che Ryanair abbia annunciato di non far pagare in un prossimo futuro neanche i biglietti ai viaggiatori, perchè saranno l'arrivo potenziale degli stessi a convincere gli scali aeroportuali a farlo. Ma in Versilia in che reale situazione siamo? Il consorzio privato Versilia meeting, nato come un consorzio di destinazione che aveva come obbiettivo fra gli operatori del settore, di generare contatti e motivare la presenza della Versilia alle principali fiere turistiche, sostituendosi al lavoro dei comuni e dell'apt e promuovere il congressuale con l'impegno e la partecipazione di tutti,  è purtroppo (anche questo tentativo) miseramente fallito. Il rapporto di cooperazione e sinergia fra balneari, ristoratori e albergatori non esiste assolutamente, anche se mai come oggi si dovrebbe riuscire a marciare compatti, cercando di stare insieme e fare unione, riportando cosi il turismo ad una materia che non sia in possesso delle regioni , ma ritorni ad essere materia di chi ci lavora dentro e il cui principale interesse sia quello di tutelare il lavoro e gli sforzi degli operatori stessi del settore. L'avvertimento lanciato al convegno da Armando Peres, docente presso lo IULM di Milano e consigliere dei ministero del turismo,  è estremamente chiaro: o si torna fra tutti a lavorare come questo settore merita, capendo che interessarsi di turismo rappresenta una ricchezza importante per il territorio e il suo indotto, o lo farà sicuramente qualcun'altro al posto nostro come già fanno altri paesi a livello internazionale vedi la Spagna, e per le aziende la Ryanair o booking.com.

Occorre lavorare sulla collaborazione pubblico-privato,  sui budget e la raccolta di fondi anche regionali nonchè europei per organizzare gli eventi, sul target delle persone che vogliamo attirare, sul turismo sportivo, sul congressuale, sulle scuole, sul turismo internazionale...Tutte cose che tutti conoscono, ma in cui nessuno crede veramente valga la pena di lavorarci sopra, a partire dalle istituzioni divise in campanili, dai sindacati disinteressati se non coinvolti direttamente in licenziamenti o casse integrazioni e dagli operatori locali divisi tra gelosie e scarsa professionalità. Dobbiamo altresì tenere alto il livello della sostenibilità, della qualità dei servizi, promuovere la necessità e l'accessibilità dell'informazione al turista, in cui il ruolo del rapporto pubblico-privato sia legato dalla necessità di collaborare insieme per promuovere azioni di "destination marketing" e investendo sulle cose che funzionano, come la formazione dell'imprenditore, l'uso e l'insegnamento della lingue straniere a tutti gli operatori, l'utilizzo concreto dei mezzi informatici e dei social network. Ultimo dei problemi ma non ultimo, siamo talvolta di fronte all'incapacità di rinnovare le strutture per dare un assetto nuovo e più accogliente, a chi della qualità molte volte ne fa una bandiera senza averne le capacità e le professionalità, ma nella parallela necessità di avere una legislazione chiara sui parametri minimi, per accettare una struttura di accoglienza a considerarla veramente tale e all'altezza dei tempi, che esigono a parità di prezzi internazionali, una qualità ricettiva sempre più elevata ed efficiente.

L'Italia (e la Versilia) ancora terra del "bel paese"? Forse si se analizziamo il flusso di turisti stranieri che anche quest'anno ha tenuto e migliorato i suoi dati. Anche se, giunti qui con rammarico si accorgono degli effetti della crisi e delle devastanti cure Montiane, comunque buon viatico per un paese che ha stretto la cinghia e i denti pur di resistere alla noncuranza di questa inetta classe politica a cui fondamentalmente non interessa il settore turistico, intesa anche come capacità di espansione oltre i nostri confini della cultura, della moda  e dell'eccellente enogastronomia italiana.

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre, ma nel trovare nuovi occhi”, scriveva Marcel Proust, forse intendeva portandolo al nostro tempo come concetto,  che occorrerebbe trovare anche nuove orecchie, braccia e menti per cambiare effettivamente come stanno oggi le cose.

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