martedì 6 novembre 2012

La floricoltura sta appassendo...che fare?

In una intervista esclusiva per il M5S Viareggio, abbiamo posto alcune domande a Cristiano Genovali presidente del mercato dei fiori di Viareggio, che ci ha rivelato alcuni punti deboli del settore florovivaistico, come la mancanza di dati certi sul fatturato e sui volumi scambiati dagli operatori nel mercato di riferimento territoriale e anche nazionale e sulle spinte anche di ricerca ed investimento del settore, nella riconversione più ecosostenibile dell'intero comparto.
Abbiamo cercato di concludere l'intervista con una domanda che voleva andare a parare sulle soluzioni che in futuro potranno essere adottate dal settore, che viene dopo un accorato intervento del presidente al convegno, avendo per tema il rilancio del settore florovivaistico con l'apporto di interessanti (e alcuni meno, indovinate di chi?) contributi di alcuni attori politici locali e di alcuni protagonisti legati alla produzione.

Lasciamo alla visione dell'intervento e alla vostra personale impressione, di quale siano le valutazioni fatte dal sig.Genovali, che in grande parte del resto potremmo condividere, mentre altre osservazioni da lui espresse potrebbero essere ulteriori fonte di discussione, ma ci permettiamo di riassumere la giornata cercando di elaborare una nostra personale soluzione ai problemi sollevati nel convegno tenuto a Viareggio oggi "Per il rilancio della floricoltura toscana".

Intanto diciamo che prima di tutto ci sia bisogno di una forte spinta alla ricerca e  all'innovazione tecnologica del settore fino ad adesso fin troppo legato alle scoperte e allo sfruttamento delle stesse, da parte di altri operatori internazionali vedi ad esempio l' Olanda. La seconda questione è la sinergia di azioni da proporre a  produttori, distributori, commercianti riuniti in cooperative o consorzi che siano, e non per ultimo la creazione di un mercato unico fra Pescia e Viareggio che al contrario, ha da tempo guardato strettamente a Camaiore e non certo più in là del suo naso, senza peraltro trovare una soluzione finale al problema della creazione di un nuovo mercato cittadino per mancanza di fondi e di volontà politiche comuni.
Terzo, la questione informatica che offra una piattaforma di lavoro legata agli ordini e alle vendite di prodotti che sia agile, veloce e facilmente usufruibile dall'operatore del settore come dal cliente finale.
agrofotovoltaico
Quarto, una tensione forte e vera che tenda ad investire nel settore del biologico e del biodinamico al posto di costosi, inutili ed inquinanti fitofarmaci e delle energie rinnovabili nel campo delle coltivazioni che abbiano bisogno di calore d'inverno allungando il periodo produttivo, con la ricerca di fonti alternative di energia come l'agrofotovoltaico, il mini-eolico, il geotermico e solo per ultimo il cambiamento di inquinanti e costose caldaie alimentate a gasolio od olio minerale. Il tutto attraverso l'utilizzo di certificati bianchi che permettano l'utilizzo di piccole caldaie a biomasse che verrebbero inglobate nell'azienda quasi a costo zero, là solo dove si possa certificare la provenienza strettamente locale e a km zero magari di olio vegetale esausto rigenerato raccolto nel territorio, di noccioli di olive o cippato da sfalci  di potature verdi o anche proveniente da locali coltivazioni di canapa che potrebbe essere coltivata nel nostro territorio vedi zona lago di Massaciuccoli, avendo indiscutibili proprietà di bonificare i terreni dove viene coltivata poiché fissa nelle radici nitriti, nitrati, fosforo e azoto. Importante inoltre investire in comunicazione, vista come promozione delle attività che potrebbero andare a braccetto con altri settori economici come l'artigianato, il commercio, la nautica e l'accoglienza turistica.
Ultimo ma non ultima come proposte che lanciamo a beneficio di tutto il comparto, adottare una moneta complementare come lo SCEC, per adattare i costi  delle attività di sviluppo e di integrazione dei servizi e di distribuzione dei prodotti, che agevoli la chiusura di un cerchio di economia territoriale, che parta dalla volontà dei produttori di mettersi insieme a tutti gli attori di una filiera importante e determinante come quella florovivaistica toscana.

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