lunedì 18 gennaio 2016

La Discarica dei Ricordi....


Che fine ha fatto il progetto che prevedeva la riapertura della Biblioteca Malfatti ormai chiusa da mesi, ultimo centro di aggregazione della periferia? Ce lo spieghi l’assessore alla cultura davanti all’ennesimo scempio, la discarica dei ricordi innocenti fotografata davanti all’ex circoscrizione Viareggio Nuova: temi, disegni, lavoretti dei bambini frutto dei laboratori e delle giornate di animazione e lettura tenutesi fino alla scorsa estate presso la biblioteca ragazzi. Ma anche giochi  praticamente nuovi e materiale didattico accumulato alla rinfusa come spazzatura in attesa del ritiro per il conferimento in discarica.
Chiediamo che venga fuori il nome del responsabile che ha permesso questo ennesimo atto di spregio, un atto che manifesta ancora una volta la poca sensibilità e attenzione di chi amministra verso la cosa pubblica e le piccole e grandi testimonianze del passato: senza considerare le pratiche degli assistenti sociali abbandonate, anche in barba alla privacy, alla mercé di tutti quelli che chiedevano l’utilizzo delle stanze della circoscrizione di via Parri, non ci scordiamo i libri e le collezioni dei quotidiani, prima raccolti a Palazzo delle Muse, poi buttati a catafascio nelle stanze comunali, oltre che i cimeli donati a vario titolo da personalità illustri, ammucchiati a raccogliere polvere, in stanze sotto chiave. Pensare che tutto quel materiale, per la gioia di altri bambini, in gran parte poteva essere recuperato, magari consegnandolo ad associazioni che a poche centinaia di metri di distanza si occupano di aiutare famiglie in difficoltà e inviano materiale ai bimbi russi. Davvero un bell’esempio di quelle “ Soffitte in piazza” tanto agognate dalla nostra amministrazione che chiede ai cittadini di attuare tutti quei comportamenti virtuosi per poter arrivare ai “Rifiuti zero”. E invece poi in prima persona fa l’esatto contrario. 

Movimento 5 Stelle Viareggio

mercoledì 13 gennaio 2016

Con il lavoro (e la legge) non si scherza. Nemmeno a Carnevale.


Quando si parla dell’affidamento di un incarico da parte di una pubblica amministrazione, o di una sua partecipata,  l’unica cosa che può salvaguardare tutti - in primis quelli che il lavoro lo pagano, ovvero i cittadini, ma anche quella parte della cittadinanza che con quel lavoro ci campa, le ditte e i lavoratori interessati a questa chance di impiego - è il rispetto della legge; che non significa favorire taluni a discapito di altri per ragioni che poco hanno a che fare con il bene pubblico, ma semmai garantire a chi partecipa ad appalti pubblici (in particolar modo quelli maggiormente a “rischio inciucio”, senza la pubblicazione del bando di gara) la puntuale applicazione della normativa vigente: un’efficace autolimitazione della propria discrezionalità, principi di trasparenza, rotazione e parità di trattamento. 
Non si tratta quindi di una guerra di campanili e nemmeno di una gara al ribasso: al ribasso della dignità e delle tutele (contrattuali) delle maestranze, e delle garanzie di corretta esecuzione del lavoro per il contribuente, questo nessuno se lo può permettere, neppure un comune in dissesto come Viareggio. Ecco che davanti al polverone sollevato per l’aggiudicazione dell’incarico di allestimento e smontaggio del circuito del Carnevale a una ditta di Firenze ci chiediamo com’è stata gestita questa operazione. Operazione i cui effetti sono quelli di un film ad alta tensione: da una parte c’è chi guarda con preoccupazione alla calata dei “nuovi conquistatori” gridando allo scandalo, dall’altra chi scava trincee insieme agli operai che ormai da anni montano e smontano le tribune di Re Carnevale, e adesso, un po’ come i precari di lungo corso, ovviamente non ci stanno ad essere scaricati su due piedi dall’arrivo di nuove leve, targate - sarà un caso – Firenze, come il maggiore azionista del Carnevale, il governatore della Toscana Enrico Rossi, e il suo commissario Pozzoli, arrivato a Viareggio per mettere in ordine i conti di Burlamacco;  Pozzoli, il “caro” prof che il nostro Sindaco ha voluto rimanesse a farci compagnia oltre il tempo previsto, con un esborso complessivo di denaro pubblico, da quando è arrivato, di 166 mila euro, riconfermato al suo posto nonostante il flop del Carnevale estivo: rinunciando alla sua dipartita, e alla relativa nomina dei nuovi vertici della Fondazione, remunerati con i soli gettoni di presenza, abbiamo detto addio a quasi 100 mila euro di risparmio sulla macchina amministrativa dell’Ente.
Torniamo alla gara d’appalto, andando un po’ a fondo nella questione, vediamo che ce ne sono di cose che non tornano: tanto più se guardiamo alle regole ben precise ed inderogabili che la Fondazione Carnevale è tenuta a rispettare in quanto ente finanziato con soldi pubblici (come ha sancito il Consiglio di Stato, sez. V, con la decisione 12/10/2010, n. 7393), ovvero le norme di evidenza pubblica dettate dalla disciplina comunitaria e dalla normativa nazionale di attuazione, ai sensi dell’art. 3, comma 26, d.lgs. n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici).
Il prof. Pozzoli ha da ultimo tenuto a precisare che la Fondazione, consultando soltanto tre operatori economici, avrebbe in questa vicenda seguito “le procedure previste dal Codice degli Appalti, che consente la licitazione privata sotto un importo di poco inferiore ai 210 mila euro”.
In realtà, il codice dei contratti fissa la regola generale per cui i contratti pubblici devono essere affidati, previa pubblicazione di bando. E ne ammette la deroga, solo in due casi particolari e ben circostanziati; ovvero nel caso si applichi la procedura di cottimo fiduciario: previa approvazione di un provvedimento amministrativo per specifiche ipotesi ben delineate e con l’obbligo di consultare, in caso di importi pari o superiori a 40 mila euro, almeno cinque operatori economici idonei. E nel caso di procedura d’eccezione di cui all’art. 57, che alcuni chiamano “licitazione privata” in ossequio alla precedente normativa sugli appalti pubblici, da applicare in ipotesi eccezionali (gara deserta o nessuna offerta “appropriata”, “esecutore determinato” per ragioni tecniche o artistiche o estrema urgenza per eventi imprevedibili), con l’obbligo di consultare almeno tre candidati. Merita sottolineare che le circostanze invocate a giustificazione dell’estrema urgenza non devono essere imputabili all’ente appaltante (o alla sua inerzia). In questo caso, parlando di un evento come il Carnevale, che sappiamo viene organizzato in un determinato periodo ogni anno, difficilmente si può fondare il ricorso alla cosiddetta “licitazione privata” per imprevedibilità dell’evento o urgenza di provvedere. Detto questo resta da dire che la procedura seguita dalla Fondazione, come  descritta dal prof. Pozzoli sembra più simile alla frittura mista alla viareggina, specialità della casa, che mescolando gli ingredienti a piacere finisce per servire il solito boccone amaro, e indigesto, per i viareggini.
In ogni modo alla fine, dei tre operatori interpellati è risultata vincitrice la ditta fiorentina Allextire, che ha presentato un’offerta spropositatamente più bassa rispetto agli altri due contendenti. Anche riguardo a questo aspetto merita ricordare, sempre facendo riferimento al Codice dei contratti, che nella predisposizione delle gare e nella valutazione di un’anomalia delle offerte, le amministrazioni pubbliche sono tenute a valutare che il valore economico sia adeguato e sufficiente rispetto al costo del lavoro e al costo relativo alla sicurezza, il quale deve essere specificatamente indicato e risultare congruo rispetto all’entità e alle caratteristiche  dei lavori, dei servizi o delle forniture.
Altra questione: la ditta vincitrice dell’appalto risulta collegata, per un intreccio di relazioni tra soci, con Sicrea. Già nell’edizione 2015 questa azienda era stata ingaggiata per reclutare partecipanti al circuito dello street food organizzato in piazza Mazzini, adesso gestirà tutte le attività commerciali ambulanti presenti al corso, un compito prima svolto in proprio dalla Fondazione attraverso il lavoro del suo direttore (con stipendio a cinque zeri) coadiuvato da una segretaria, che tra l’altro riusciva a garantire guadagno diretto e un’entrata sicura per l’Ente. A questo punto ci chiediamo anche secondo quali procedure la suddetta ditta si è aggiudicata in origine l’appalto, e in base a quale disposizione le è stato rinnovato il contratto per il 2016. Visto che tra l’altro la sua presenza sembra irrinunciabile, riconfermata infatti “sebbene i risultati  dello scorso anno -come si leggono testuali parole sulla relazione allegata al bilancio programmatico- non siano stati esaltanti”. Tant’è: “ma quest’anno -ancora testuali parole- ci aspettiamo molto di più”….Ebbene, noi invece non sappiamo più cosa aspettarci.. Specialmente quando ci vengono a dire che tutte queste operazioni vengono fatte per risparmiare, e la parola dissesto diventa l’imperativo per chiedere alla cittadinanza sacrifici a tutti i costi.. mentre invece, secondo a chi tocca, il risparmio resta un optional (qualche esempio, tra le ultime mosse dell’amministrazione Del Ghingaro l’aumento deciso per gli emolumenti dei dirigenti comunali, l’incremento del compenso degli amministratori di Sea, la riconferma del direttore generale del Festival Pucciniano per una spesa di 120 mila euro annui). A questo punto chiederemo a breve un incontro con il triumvirato che detiene le redini del Carnevale per approfondire pubblicamente e rendere trasparente questa faccenda, chiedendo nel contempo conto di un'altra voce di spesa, quei 90 mila euro circa per il noleggio di non si sa bene cosa, che fu al centro anche delle attenzioni di Szorenyi nell’articolo “tagliaspese” sul bilancio del Carnevale dello scorso anno, scritto prima che l’ingegnere si presentasse sotto la lista Del Ghingaro alle ultime elezioni e diventasse fiduciario del Sindaco all’interno della Fondazione. Anche a lui, armato a suo tempo di così buone intenzioni, ci sarebbe da chiedere soprattutto cosa si è fatto per ridurre la voce di 200 mila euro per le retribuzioni, più 80 mila circa per i contributi del personale amministrativo.
E da questa vicenda ci sarebbe da prendere  spunto per chiedere conto anche delle procedure di gara svolte dal comune di Viareggio e dalle sue partecipate, spingendo in direzione di un aggiornamento urgente - così come richiesto dalla normativa nazionale, del piano triennale prevenzione corruzione del Comune, soprattutto in riferimento agli affidamenti diretti dell’Ente e del sistema largamente fallimentare delle società satelliti.

Movimento 5 Stelle Viareggio

giovedì 7 gennaio 2016

Il Movimento 5 Stelle dice di no al forno crematorio



Per il MoVimento 5 Stelle è impensabile costruire un nuovo forno crematorio nella nostra città. Viareggio e Torre del Lago sono già fortemente compromesse dal punto di vista ambientale. Non si tratta certo di una presa di posizione ideologica contro la cremazione, che è una scelta personale e come tale va rispettata, ma la città è già satura di opere fortemente inquinanti come l'autostrada A11, le aree di rifiuti inerti, gli impianti di telefonia (con le antenne pronte a raddoppiare in mancanza della realizzazione del relativo piano rimasto ancora lettera morta nonostante le pressioni dei cittadini), le tubazioni dell’acquedotto in eternit (amianto) che ammorbano la nostra acqua, così come le coperture e i tetti in di cui Viareggio è piena, se ci mettiamo il mancato funzionamento delle centraline per il monitoraggio delle polveri sottili che ci vedono spettatori inconsapevoli dell’avvelenamento della nostra aria, i fitofarmaci che hanno appestato i nostri terreni, il depuratore che fa acqua da tutte le parti: ecco che si capisce in questo scenario catastrofico per la nostra salute, i rischi a cui siamo già fortemente soggetti e di cui il record dei malati di tumore all’interno del nostro territorio è soltanto la cartina di tornasole . E si capisce anche quanto poco sia stato fatto finora, anche dall’amministrazione attuale, per proteggere la salute dei cittadini e contribuire al miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita (ora anche con quest’ultima trovata). Quello che dovrebbe fare un sindaco, tra l’altro massima autorità sanitaria sul territorio comunale, che invece non si confronta neppure con i suoi cittadini su temi così tanto importanti e di impatto. Ma tant’è la democrazia offuscata di questa Amministrazione: in tour promozionale nella frazione, questi giorni, il primo cittadino si è ben guardato da rivelare il bel progetto pensato per Torre del Lago, caduto dal cielo come un pacco della Befana con l’effetto di un siluro, sulle ali del solito comunicato stampa. Trattando per l’ennesima volta i cittadini come sudditi in barba a quel dialogo e confronto tanto poco conosciuto a Capannori ma così tanto sventolato qua da noi in campagna elettorale. Lo stesso atteggiamento mostrato in conferenza dei capigruppo dove si parla di generiche politiche cimiteriali, da votare in consiglio comunale come sempre senza avere a corredo adeguata documentazione per potersi adeguatamente esprimere, apprendendo subito dopo dai media del piccolo dettaglio.
Non vogliamo realizzare un forno crematorio nelle vicinanze del centro abitato, dietro al cimitero comunale, distante un centinaio di metri dalle prime case, da asili, scuole, e campi coltivati. E' difficile ignorare quanto possa incidere un impianto di questo genere sul territorio; analisi compiute su siti simili hanno infatti dimostrato importanti emissioni di sostanze inquinanti. Ci sono città come Arezzo e Pistoia dove i forni crematori sono già stati chiusi più volte per la grande quantità di diossine emesse. In Germania dove le norme cimiteriali sono molto più restrittive, a parte soglie di livelli di emissione più basse, si prevedono zone di rispetto che vanno dai 2,5 ai 5 chilometri. 
Ci chiediamo quali studi sono stati fatti sulle ricadute ambientali, che dobbiamo immaginare estese per un periodo di almeno 30 anni, e che quindi rischiano di essere piuttosto pesanti. Non dimentichiamoci che normative spesso confuse o assenti, a livello italiano ed europeo, creano poi non pochi problemi nel controllo dei privati che gestiscono impianti di questo tipo (e anche qui c’è già da stare in campana parlando di appetitosi affari per personaggi a cui stiamo affidando praticamente le chiavi della città). Una decisione di questo tipo avrebbe richiesto un attento approfondimento di tutte le problematiche collegate e un aperto confronto con i cittadini della frazione di Torre del Lago che per il momento stanno ricevendo da questa amministrazione più azioni di affossamento che occasioni di valorizzazione.
Detto questo il Movimento 5 Stelle non è come vogliono far intendere i suoi detrattori buono solo a protestare. Preso dunque atto che di per sé la cremazione è un processo altamente "energivoro" e quindi costoso in termini di consumi energetici e di produzione di sostanze inquinanti, la soluzione potrebbe essere la proposta di alternative alla cremazione, metodi ecologici che consentiranno un risparmio per le amministrazioni, senza bisogno di investire in forni crematori nocivi e costosissimi, salvaguardando la salute pubblica.

Una delle alternative potrebbe essere la cremazione a freddo, tecnica tra l'altro già usata nel Nord Europa. Una procedura a basso impatto ambientale, che si avvale della tecnica del congelamento criogenico effettuato con azoto liquido permettendo la separazione dei metalli inquinanti dalla polvere secca ottenuta. Una proposta che porrebbe la città di Viareggio e Torre del Lago all'avanguardia sul tema della cremazione. Anche a livello nazionale il Movimento 5 Stelle sta proprio lavorando a una proposta di legge per recepire le direttive europee che vanno proprio in direzione del superamento del metodo dell'incenerimento…Ma a Viareggio si cambia andando avanti o tornando indietro?

Movimento 5 Stelle Viareggio