martedì 24 maggio 2016

PER LA PINETA DI PONENTE PIU' TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE


Più ombre che luci, oltre che inquietanti interrogativi.
Sono quelli che emergono riguardo il progetto di riqualificazione della pineta di Ponente. Focalizzati priorità e obiettivi sui lavori in corso d'opera nel polmone verde di Viareggio, finanziati per un importo totale di 1 milione e 500 mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, e coordinati dal Comune di Viareggio, il Movimento 5 Stelle Viareggio sottolinea che per iniziare a risolvere i problemi legati alla sicurezza sarà importante concepire un adeguato arredo urbano e un’ illuminazione diffusa e a led che consenta una maggiore visibilità per facilitare la sorveglianza dell'area, lavorando per promuovere eventi e valorizzare le attività che siano in sintonia con il contesto naturale per essere di attrattiva durante tutto l'anno.

Quando si parla di abbattimento e sostituzione dei pini malati con altri tipi di piante, il Movimento 5 stelle di Viareggio chiede lumi riguardo al censimento delle piante da abbattere, quelle da lasciare e quelle da ripiantumare. Se esiste la volontà di trasformare "gradualmente" la pineta di ponente in un parco di piante autoctone, vorremmo che fossero resi pubblici i risultati delle indagini che supportano tale azione garantendo la massima trasparenza e un maggior coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte dell'Amministrazione.
L’arrivo di fondi per aiutare a riqualificare un’area importante per la città lasciata da troppo tempo in abbandono nasconde molte perplessità riguardanti una Fondazione tra le prime dieci in Italia per patrimonio ed erogazioni: una potenza economico finanziaria che avanza a suon di elargizioni date più o meno a dicrezione, che ha forti legami con la politica. Tutte le operazioni d'intervento della Fondazione non prevedono infatti gare di evidenza pubblica a cui devono far riferimento invece gli enti pubblici sottoposti a una più stringente normativa sugli appalti, che tra l’altro strozzati dalla morsa della crisi, hanno visto col tempo ridimensionato il loro importante ruolo di committenti. Soldi elargiti in partnerariato anche con la Regione per finanziare progetti promossi e realizzati da terzi, concessi ai comuni, ma anche ad organismi privati, fondazioni e istituti partecipati da soggetti spesso direttamente o indirettamente legati alla Fondazione e quindi in palese conflitto di interessi.
Non vorremmo che la Carilucca, che per statuto ha scopi di utilità sociale e di supporto agli enti per perseguire lo sviluppo economico del territorio, diventi una cassaforte, con tanto di braccio operativo per gli  appalti, a disposizione di lobby e partiti per operazioni speculative onerose mascherate da utilità  sociali per il territorio.
Dietro a un gesto di generosità temiamo si nascondano di fatto pratiche di favoritismo verso certe realtà economiche a discapito di altre, di commistioni di interessi tra pubblico e privato che poco hanno a che fare col bene collettivo
I soldi in ballo infatti sono tanti. Dopo gli interventi finanziati a Viareggio prevalentemente nell'edilizia scolastica sotto l’egida della Provincia, passando attraverso la riqualificazione della pineta, si annuncia da parte della Fondazione l’intenzione di finanziare la resurrezione della passeggiata e la risistemazione della terrazza della Repubblica. In più arriva un'altra notizia shock: 500 ettari di pineta alla Lecciona, attaccate da un parassita assassino, stanno morendo e verrà abbattuta una vasta alberatura, la Regione ha a disposizione 5 milioni da destinare alla forestazione e quindi Viareggio può approfittarne... Urge tenere gli occhi aperti per non trovarsi una pineta rasa al suolo, e che gli interessi dei soliti vengano messi al primo posto di quelli della cittadinanza.


Movimento 5 Stelle Viareggio 

lunedì 16 maggio 2016

L'elefante ha partorito il topolino.


Ovvero l'ennesima occasione persa
E così dopo una lunga attesa, e molte aspettative da parte di chi attendeva un segnale forte per dare nuovo impulso al cuore del commercio viareggino, ultimamente in grande affanno, ecco che arriva il nuovo regolamento dei loggiati e dei chioschi di Piazza Cavour, fresco di approvazione nell’ultimo consiglio comunale: durante un’assise nervosa che ha visto tra l’altro a metà seduta il sindaco e il suo seguito, la giunta, lasciare l’aula, per “lesa maestà”, ecco passare questo scarno regolamento che nei fatti tradisce le attese di chi si aspettava una vera nuova regolamentazione del Piazzone che rilanciasse finalmente l’area commerciale, evitando una volta per tutte l’accumulo di debiti verso l’amministrazione che negli anni ha contribuito ad allargare il buco del bilancio dell’ente e ha portato al mancato rispetto delle regole e alla depauperazione della zona pedonale rimasta nel degrado più assoluto ostaggio di loggiati vuoti, banchi serrati e saracinesche abbassate: un centro commerciale naturale poco appetibile agli avventori, di scarso appeal con il suo sgangherato arredo urbano, assediato da clochard e balordi, stretto nella morsa di chi si aggiudica i posti lasciati vuoti dalla crisi vendendo prodotti di importazione e di bassa qualità. Così se da una parte questa nuova regolamentazione lascia ancora una volta il comune privo di qualsiasi garanzia di fronte alla eventuale morosità dei concessionari, dall’altra risulta vaga e inadeguata la tempistica per la risoluzione di eventuali problematiche legate alla riscossione dei canoni, ciò che ha portato in passato assieme alla cattiva gestione del bene pubblico e alla mancanza di controlli, all’incremento del debito che tutti noi stiamo pagando: evidentemente la storia non insegna a prendere decisioni più ponderate. Inoltre, i pochi punti siglati dal nuovo regolamento risultano inadeguati a comprendere i presupposti su cui si fonderanno i bandi ad esso collegati che l’amministrazione intende predisporre a breve per la concessione delle logge del mercato, argomento principe della discussione che doveva essere invece ben delineato per capire fino in fondo quale vuol essere il volto del mercato che l’amministrazione Del Ghingaro ha in testa, se ne ha un’idea precisa e puntuale, affrontando adeguatamente una volta per tutte una situazione scappata di mano ormai da tempo, e lasciata languire sotto i colpi della crisi, dell’incuria e del degrado. A questo punto ci domandiamo, ma chi vorrà investire risorse sul nostro territorio? Cosa siamo in grado di offrire a questi temerari? I privati da soli non possono certo ovviare a tutto. Da molto tempo in Piazza Cavour mancano interventi di ordinaria manutenzione per non parlare di nuovi presupposti di rilancio, manca qualsiasi forma di marketing e di comunicazione, di politica commerciale e turistica che riesca ad attrarre pubblico anche attraverso iniziative ed eventi. Oltre a rendere più sicura la zona con una maggiore presenza di vigili urbani e forze dell’ordine, ci sarebbe bisogno di un migliore coordinamento e una semplificazione dei rapporti col SUAP, di una revisione del piano della mobilità e della sosta (soprattutto in riferimento al carico e scarico delle merci) favorendone la rotazione anche per venire incontro alle esigenze dei clienti, una riorganizzazione degli orari e dei periodi di apertura delle attività presenti, maggiore pulizia e decoro, in particolare attraverso un più attento controllo sul conferimento dell’immondizia nelle fasce orarie consentite e l’effettuazione del servizio di spazzamento in giorni e ore più consone in modo che l’area presenti nel fine settimana il suo aspetto migliore: senza che nel clou della giornata del sabato, quella di maggior frequentazione, chi passeggia per le strade del centro debba ingoiare nugoli di polvere per il passaggio della spazzatrice che tra l'altro taglia il numero di preziosi posti auto immolati per la pulizia della strada. Inoltre a dirla tutta sarebbe stato il caso di metter mano a un Piano delle Funzioni, da dove si doveva partire per ridisegnare la zona del Piazzone, con particolare attenzione alla valorizzazione del ruolo delle piccole imprese, alla tutela delle botteghe e delle attività di interesse storico, di tradizione e di tipicità. Indispensabile anche avviare un metodo di lavoro partecipato e aperto, nel quale chi ha le redini del governo della città riesca a porsi finalmente in ascolto di coloro che quotidianamente si dovranno confrontare con le regole approvate dall’amministrazione, una buona pratica che sembra proprio non piacere a chi oggi è al timone della città. Tutto questo per delineare insieme agli attori economici le linee di un futuro sviluppo del territorio facendo proprio leva sulla regolamentazione degli usi delle concessioni pubbliche, dei fondi e degli immobili esistenti, mirando al progresso economico sociale e a innalzare l’offerta dei prodotti e la qualità dei servizi offerti, pubblici e privati, commerciali e non, del territorio; puntando anche alla riqualificazione dei manufatti: riguardo alle facciate decadenti, lasciate andare nel tempo magari per forzare qualche concessione da parte del Comune, occorrerebbe infatti ne venisse imposta la risistemazione, non più solo per motivi legati alla sicurezza, ma anche per ragioni di decoro. L’imperativo: salvaguardare la tipicità di Viareggio e quindi della Versilia contrastando l’invasione di negozi e locali che stanno sempre più prendendo piede stravolgendo le caratteristiche del nostro commercio, favorire quelle attività economiche che siano rispettose dei valori storici e architettonici contenuti negli ambiti in cui si trovano, attività che svolgono un servizio ai residenti sia per la completezza dell'offerta sia per la loro attività di presidio aiutando a difendere l'autenticità di un luogo, favorendo lo sviluppo di una cultura dell'accoglienza ricettiva e turistica. Si tratta di interventi la cui urgenza è palese, che sarebbero a costo zero, e potrebbero dare da subito benefici immediati alla città; interventi auspicati da molti, che di fatto l’amministrazione, anche con questo regolamento, non ha preso minimamente in considerazione. Non possiamo andare avanti solo a suon di proclami, e lasciare che la città venga ogni volta travolta da scelte che cadono come tegole sulla testa dei suoi abitanti. Basta vedere quello che sta succedendo in Passeggiata con l'introduzione tout court della raccolta differenziata a inizio della stagione estiva. Risultato: una bella distesa di cassonetti scarrabili dal canale Burlamacca alla fossa dell'Abate, ecco come salutiamo i primi vacanzieri che si affacciano sulle nostre spiagge e come rendiamo partecipi i cittadini dell'azione amministrativa convincendoli attraverso i loro comportamenti virtuosi della bontà della differenziazione dei rifiuti a fronte tra l'altro di tariffe e costi di servizio che dalle premesse lasciano ben poca speranza per il portafoglio. 
Movimento 5 Stelle Viareggio