lunedì 29 gennaio 2018

Tu-bi or NOT Tu-bi-no




Come al solito dopo un estenuante percorso durato mesi, dove cittadini e amministrazioni locali si sono incontrati per discutere di "contratto di lago", la politica quella autoconsideratasi "illuminata" del Partito di Governo Regionale nella persona di Stefano Baccelli candidato alla Camera dei Deputati per il PD, annuncia trionfalmente il materializzarsi delle risorse dal Ministero per finalmente fare qualcosa per la salvezza del nostro lago, soprattutto si hanno soldi da spendere, almeno 10 milioni di denaro pubblico (nostro), per trasformare il progetto del "tubone" in un "tubino". Che ormai non servisse quasi a niente una condotta che conduca acqua di scarsa qualità dal Serchio al lago pensavamo che l'avessero capito ormai tutti, sembra invece che dovremo soffermarci a dare ulteriori spiegazioni. Noi, come MoVimento 5 Stelle ribadiamo la nostra contrarieta', perchè riteniamo l'ennesima spesa per un'opera inutile, la scorsa estate è bastato riattivare l'idrovora dimenticata di Avane, che sversa 250 litri di flusso al secondo e che puo' essere portata a 500 litri a costo quasi zero per dare un pò di ossigeno alle acque stagnanti del lago. Il progetto ben evidenziato dai comitati ambientalisti della Versilia ha il nostro consenso, da tempo sulla riqualificazione del lago i comitati descrivono in maniera sintetica, esaustiva ed efficace già tutti gli interventi più urgenti da fare, a partire dalla messa in opera di acquedotti agro-industriali che sfruttino le acque reflue dei vari depuratori di Vecchiano, Massarosa e Viareggio, dal potenziando dei processi di fitodepurazione fino al riallagamento programmato dell'area di bonifica, dalla sperimentazione di microrganismi, efficaci per salvare la qualità delle acque superficiali fino alla bonifica delle aree più degradate, comprese le numerose discariche abusive che circondano l'area. Come Movimento 5 Stelle, vorremmo che almeno questa volta la politica ascolti i cittadini e i tecnici più informati ed esperti, rispetto alle Istituzioni preposte, perche' da troppi anni esse si sono cullate nell'incuria rimbalzandosi responsabilità, invece di assumersele.

MoVimento 5 Stelle Viareggio e Massarosa


giovedì 11 gennaio 2018

Acido peracetico.

Avanti tutta con la sperimentazione ad ogni costo. Viene infatti annunciato trionfalmente il passaggio alla fase 2 del progetto con l'immissione in alveo entro febbraio del composto chimico, esteso questa volta anche nei fossi compresi nel Comune di Pietrasanta. Ciò nonostante i risultati poco confortanti sull'efficacia di disinfezione, così come confermato nei pareri formulati da ARPAT, nonostante l'alto costo del progetto (i cui fondi potevano essere mirati solo ad interventi strutturali su depuratori e fogne, utili a risolvere una volta per tutte il problema dell'inquinamento) e i dubbi per quanto riguarda il rischio ambientale e la salvaguardia della salute pubblica. Si tratta infatti di un progetto sperimentale, che non garantisce di star tranquilli per quanto riguarda la salute dei cittadini e dell'ambiente. L'acido peracetico nell'uso che se ne sta facendo in Versilia per la disinfezione delle acque superficiali, non è infatti contemplato dalla normativa ambientale, e addirittura viene considerato potenzialmente co-cancerogeno, come riportato nelle schede didattiche dell'Università di Ferrara.
Che ne è del principio di precauzione su cui si basa la normativa europea quindi italiana grazie al quale non si utilizza una sostanza fino a che non vine dimostrata la sua sicurezza?
Nonostante i modesti risultati raggiunti e le perplessità di ARPAT, si va avanti in un gioco forza che vede da una parte il Comune di Camaiore in prima linea a spingere già da ora per proseguire oltre la naturale scadenza prevista nel 2019, mentre una delle prescrizioni di ARPAT era che venissero definiti i tempi della sperimentazione (era stata indicata la durata di due anni) oltre i quali, anche con risultati positivi, non si utilizzerà la tecnica essendo questa una soluzione temporanea. Uno dei punti critici individuati, il sistema di dosaggio dell'acido. ARPAT concorda con l'Universita di Pisa sulla necessità di migliorare il sistema di regolazione e controllo dell'acido ponendo una regolazione con un valore residuo di acido pari a 0,5 mg/l per maggior cautela rispetto alla soglia di allarme (impostata a 1,0 mg/l) viste le incertezze di misura finora evidenziate.
Perché si decide di andare anche oltre?
Si scrive parimenti che viene ritenuto indispensabile che la Regione Toscana acquisisca rapidamente un parere dal Ministero.
E' stato fatto?
Nel frattempo, di acqua ne è passata, insieme con l'acido, sotto i ponti. Si legge ancora: Unipi ha consegnato una relazione che la Regione Toscana invierà al ministero dell'Ambiente finalizzata all'ottenimento di un'autorizzazione all'uso dell'acido in acque superficiali.
E' stata ottenuta visto che il PAA non è una sostanza presente negli elenchi della Tab. 3 All. 5 parte 3° del D.lgs. 152/06 "Valori limite emissione in acque superficiali"?
Gli interrogativi aumentano, per ora senza ricevere risposta.


MoVimento 5 Stelle Versilia