Ci risiamo! Ancora una volta, ancora per il Pucciniano, nei cui
consigli siedono già pluripoltronati, fidanzate di assessori, trombati,
vecchie glorie del consiglio comunale e nuove leve della politica, la
scelta del “responsabile artistico” ricade su un uomo di partito,
Daniele De Plano. Il curriculum del
personaggio risulta sì valido e interessante, anche se è da rimarcare la
stranezza nell'avere un direttore artistico del Pucciniano non
musicista, ma confrontandolo con la realtà, tutto assume ben altra
tonalità. Fulgido esempio delle “fatiche artistiche” del personaggio
sono infatti tre video con cui il centrosinistra - guarda caso - ha
cercato di affrontare la campagna elettorale sul web. Nel primo vi
era un laido tentativo di ridicolizzare l’avversario politico allora più
temuto (il MoVimento 5 Stelle) con una squallida caricatura del suo
cosiddetto - dagli altri appunto - leader e del simpatizzante medio
dello stesso, si vedevano infatti personaggi abituati solo ad annuire
alle “sparate” populiste e volutamente vuote del “capo”.
Il secondo invece sembrava quasi dileggiare i cittadini viareggini, tacciandoli di menefreghismo, populismo e ignoranza. Nel terzo infine festa grande, con cittadini comuni che, dicendo no al
populismo, si riprendevano il municipio, entrando nelle istituzioni e
portando idee e novità.
Abbiamo visto quali “comuni” cittadini siano poi entrati nelle istituzioni!
Ad ulteriore dimostrazione che la scelta sia stata politica più che
dettata da criteri meritocratici vi è una lettera, pubblicata in questi
giorni sui media locali, di supporto alla candidatura di Renzi alla
segreteria e firmata - guarda un po’ - da parte della maggioranza: dalla
Presidente della Fondazione Festival Pucciniano, da alcuni consiglieri
della stessa e dal regista in questione.
E ora che ne sarà dello
"storico" direttore artistico Veronesi? Sarà accompagnato alla porta o
verrà reindirizzato ad altro ruolo, come l'inutilmente già sperimentato
doppio "direttore musicale", comunque lautamente retribuito, per non
scontentare nessuno?
La domanda sorge spontanea: la ripartenza
inneggiata in campagna elettorale e nei succitati video era quella della
distribuzione delle poltrone tanto cara alla sinistra?
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