Mi esprimo come portavoce in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle e quindi rappresentante sul territorio per far presente la situazione di questa città, una città particolare che ha subìto il dissesto quindi molto appetibile per i beni in svendita, dove il malaffare può fare guadagni facili, al ribasso, dove è forte la pressione da parte di gruppi criminali col colletto bianco che cercano di insinuarsi nelle pieghe della società civile a tutti i livelli, col fine di portare a termine i loro affari, tanto più facile quando l'economia affronta un momento di crisi e ci sono imprenditori che non riescono ad avere credito dalle banche e spesso finiscono nelle mani di bande di usurai senza scrupoli. Abbiamo letto sui giornali le denunce di albergatori, l'allarme lanciato da chi conosce il settore in cui lavora e afferma che la Versilia è nel mirino della mafia, e molte attività diventano comode lavatrici dove ripulire denaro sporco. Abbiamo visto attività commerciali, anche storiche cadere in mano a uomi legatI alle cosche, bar, ristorante, negozi persino ubicatI nel salotto buono della città. Abbiamo visto una concessione del porto che per una DISATTENZIONE è stata affidata a personaggi vicini a clan mafiosi. Sappiamo ormai da tempo che la città è sotto attacco e la situazione, anche a livello regionale, sta peggiorando.Il secondo Rapporto 2018 sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione curato dalla Scuola Normale di Pisa su commissione della Regione Toscana ci dice che escludendo Sicilia, Campania e Calabria, secondo le statistiche ufficiali , negli ultimi tre anni, la Toscana è la prima regione in Italia per numero di arresti e denunce con l’aggravante del metodo mafioso confermando, testuali parole, "un contesto economico favorevole, oltre che vantaggioso, per gli investimenti criminali”. E si parla di una una mafia sfuggente, invisibile e meno localizzata che trova terreno fertile nel mondo della politica e dell’impresa arrivando a costituire dei “veri e propri comitati di affari” con i colletti bianchi. Proprio riguardo al collegamento Mafia e politica, la logica del “comitato d’affari” fa riferimento a un un modo nuovo di incunearsi nel sistema economico regionale: si parla INFATTI di “penetrazione economica dei clan nell’economia regionale”. Questi gruppi criminali tendono a realizzare le proprie attività economiche su più territori, concentrandosi in uno specifico settore criminale (o legale), e aspirando ad assumerne un controllo o una quota di mercato significativa”.
Il modus operandi è possibile solo grazie all’opportunità degli attori criminali “di sedersi attorno a tavoli diversi con esponenti del mondo dell’amministrazione, dell’imprenditoria, delle professioni, della finanza, per ‘fare affari’ e stringere accordi”. Nel contesto toscano le organizzazioni mafiose giocano quindi di sponda cercano e trovano interlocutori nella pubblica amministrazione e nel mondo dell’impresa con cui INSTAURANO rapporti ibridi e di contaminazioni della criminalità organizzata nella politica o nella società civile: la logica che prevale è quella del ‘comitato di affari’ che lega le mafie tradizionali ai gruppi affaristici, la commistione più difficile da perseguire penalmente”.
Il 25 gennaio 2017, a seguito di interrogazione parlamentare del senatore del Movimento 5 Stelle Mario Giarrusso, nella quale si paventava possibili infiltrazioni mafiose nel porto di Viareggio, l’Autorità portuale regionale ha revocato la concessione alla Mgl Yachting Service srl. Dagli accertamenti eseguiti dai carabinieri, è emerso che le titolari della predetta società erano collegate per legami di parentela al clan catanese dei Cursoti. Per questo motivo, la prefettura di Lucca ha emesso un'interdittiva antimafia nei confronti della Mgl Yachting Service srl. E QUI pongo il problema dei controlli un problema annoso dello Stato in tutte le sue declinazioni, anche rispetto alle ditte appaltatrici delle pubbliche amministrazioni ..E di rimando ecco l'importanza della Trasparenza negli atti della p.a. che purtroppo spesso viene a mancare e finisce per favorire consciamente o inconsciamente certe dinamiche.
Il focus sulla mafia in Toscana pone tra l'altro particolarmente a rischio il territorio di Viareggio, e Torre del Lago che con Altopascio è all'interno della Regione Toscana, oggetto di un'infiltrazione consistente della malavita organizzata ponendo il problema di un graduale inquinamento del tessuto sociale con conseguente diffusione della cultura mafiosa. Là dove più massiccia è stata la colonizzazione del territorio da parte di soggetti “mafiosi”- si legge sempre nel report- anche il tessuto sociale ne è risultato fortemente compromesso, fino a porre il rischio particolarmente consistente di contaminare le pubbliche amministrazioni che ne costituiscono, inevitabilmente, l’espressione sul piano istituzionale. L'accettazione delle regole mafiose INFATTI resta inesorabilmente relegata all'interno di contesti dove sono prevalenti i legami parentali o la comune provenienza geografica. Che dire quindi di una FRAZIONE resa confino, abbandonata negli anni a se stessa come certi quartieri periferici della città? Le responsabilità delle amministrazioni che si sono succedute vanno ormai a ritroso negli anni per tornare davanti agli occhi di chi amministra oggi .
Già nella relazione 2016 della Direzione nazionale antimafia si afferma chiaramente che c'è omertà e che la politica non fa abbastanza per denunciare e contrastare il fenomeno. Nero su bianco si legge di 'penetrazione e condizionamento di ambienti politico-amministrativi' in Toscana. E si mostrano riscontri investigativi sul fatto che sussiste una connessione tra mafia e politica in Toscana, un dato , scrivono sempre gli estensori del focus- che pare sia sfuggito ai più . Era la prima volta che la magistratura antimafia metteva in rilievo questo aspetto. Una novità assoluta DI cui nessuno ha colto l'importanza - che dimostra e conferma il salto di qualità del crimine organizzato.
Non si è saputo o voluto comprendere che prendere consapevolezza del problema e agire con prevenzione sono gli unici deterrenti per combattere l'attecchimento del cancro della mafia.
Lancio qui la proposta di istituire un osservatorio A Livello comunale. per per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto di fenomeni di illegalità con particolare riferimento alle infiltrazioni mafiose nel territorio e a eventi corruttivi, con l’aiuto di studiosi del fenomeno, proprio sulla scia delle emergenze del nostro territorio emerse sia dal focus dell'associazione Caponnetto che dalla relazione scientifica elaborata dalla Scuola Normale di Pisa che vedono appunto il nostro territorio nell'occhio del ciclone: un Organismo con funzioni consultive e propositive, di studio, ricerca, documentazione, monitoraggio, collaborazione, stimolo e supporto per le attività comunali e le forze dell'ordine.
Arrivo poi allo spinoso capitolo relativo ai beni confiscati alla criminalità organizzata ovvero quegli immobili che sono passati nelle mani del demanio perché considerati frutto di traffici , secondo le statistiche ufficiali IN TOSCANA solo il 20% è stato assegnato: il problema riguarda PROPRIO l’assegnazione di questi beni che dovrebbero, per legge, svolgere una funzione sociale rivolta alla cittadinanza. "Quello dei beni confiscati è un punto dolente – lo hanno affermato gli stessi relatori dello studio – sul tema c’è una scarsa attenzione della pubblica amministrazione e in alcuni casi può sorgere il sospetto che alla politica non convenga riconvertire questi beni confiscati ai mafiosi: non portano voti ma solo grane". Per questo dalla società civile potrebbe arrivare un impulso a velocizzare il recupero di questi beni facendo il possibile nella ricerca di soluzioni a livello tecnico e burocratico per superare le criticità legate ai tempi di assegnazione.
A tal proposito ricordo che L'amministrazione DI Viareggio si è dotata di un regolamento sui beni confiscati che è rimasto lettera morta, col risultato che questi beni non vengono assegnati , ebbene vogliamo che diventi operativo per restituirli come vuole la legge alla collettività e dare un segno concreto della lotta alla criminalità organizzata sul territorio
Dobbiamo essere concentrati sul problema , OCCORRE METTERE IN ATTO puntuali meccanismi di verifica e di controllo sopratutto chi amministra non può permettersi distrazioni, deve VIGILARE ,impegnarsi per GARANTIRE la legalità e lavorare al massimo per la prevenzione, non è pensabile cedere ulteriore terreno alla mafia nel nostro territorio, lo dobbiamo anche alle persone che con coraggio sono uscite allo scoperto per denunciare.