mercoledì 23 maggio 2018
Il banchetto negato dell'associazione Il Mondo che Vorrei.
No secco al banchetto in passeggiata dell'associazione "il mondo che vorrei" : i familiari delle vittime della strage di Viareggio si vedono negare dal comune l'autorizzazione all'occupazione del suolo per una iniziativa atta a "non dimenticare" e a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessita' di ottenere finalmente giustizia per quanto accaduto la notte dell'ormai lontano 29 giugno 2009 . Il motivo addotto , il diniego della giunta municipale che testualmente nega lo svolgimento di simili iniziative sui viali a mare. Prima di tutto ci chiediamo quali siano le iniziative simili, quelle che vedono un comitato formato da un insieme di cittadini provati nel corpo e anche nell'anima per aver lottato fin'ora contro i mulini a vento, impegnati a chiedere conto di una giustizia sempre più' offuscata dalle ombre della prescrizione dei vari reati che mano a mano vanno a cadere per l'inerzia di uno Stato mostratosi da sempre poco interessato a perseguirne i colpevoli . Persone che chiedono da quel tragico giorno di vedere accolte le loro richieste per una maggiore sicurezza riguardo ai convogli che transitano sulla nostra rete ferroviaria, che non perdono l' occasione di essere sempre presenti, di accendere ancora una volta i riflettori sulle vittime Invisibili di questa strage. Oggi quelle stesse persone si ritrovano a bussare davanti a un'altra porta che , anche a livello locale, resta inesorabilmente chiusa. " Ci chiediamon le ragioni di un tale diniego - interviene annamaria pacilio portavoce in Consiglio comunale del Movimento 5 Stelle viareggio- ci domandiamo a chi possa dare fastidio la loro presenza : riteniamo che l'amministrazione abbia il dovere , anche morale , di stare a fianco di questi cittadini , di accoglierli , essere di supporto piuttosto che di ostacolo". " Non basta solo commemorare chi non c'e' piu' - prosegue pacilio- ma occorre onorare il loro ricordo accompagnando il difficile cammino di chi e' rimasto e si sente abbandonato nella sua incessante richiesta di giustizia".
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