sabato 11 luglio 2015

Chi l’ha visto? Assenza e ignoranza spianano la strada alla mega partecipata del rifiuto.



Si gettano le basi della futura piattaforma a partecipazione mista, pubblico privata, chiamata a gestire lo smaltimento dei rifiuti a livello di ambito territoriale ottimale e..Viareggio non c’è. 

Lunedì scorso si è tenuta infatti a Guasticce l’assemblea di Ato costa alla presenza dei sindaci per approvare il piano industriale straordinario di Retiambiente spa, quello che diventerà il gestore unico a partecipazione privata, il cui partner di riferimento verrà definito al termine del percorso di gara attualmente in svolgimento, ma rappresentanti del nostro Comune non ce n’erano: né il neo sindaco, né l’assessore, nessuno. Non c’era neppure il Comune di Camaiore, così come molti altri amministratori visto che i comuni di Ato Costa sono più di 100 e alla riunione di lunedì era presente poco più del 50% degli aventi diritto. Eppure la posta in gioco è alta. Ato costa, autorità per la gestione dei rifiuti urbani, costituita quasi 4 anni fa dai vari comuni della costa toscana, dovrebbe mettere la gestione dei rifiuti dei comuni di Pisa, Lucca, Massa Carrara e Livorno nelle mani di Retiambiente, società che rileverà tutte le quote pubbliche cedendone il 49% ad un soggetto privato; ciò in attesa degli esiti della gara di affidamento che verrà espletata entro il 2016, ingoiando al suo interno le varie partecipate che andranno a sparire, con i loro servizi e le loro dotazioni di personale e di impianti, difetti, debiti e virtù, tutto attualmente in fase di schedatura e di valutazione periziale per il conferimento nella mega partecipata del rifiuto. Dunque si capisce l’entità di questa vera e propria corsa per l’affare immondizia iniziata a rilento tra mille difficoltà, aiutata da continue stampelle messe dalla Regione per arrivare a quello che dovrà essere un monopolio guidato dai privati. Una manovra rischiosa sia perché in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro a cui non si offrono garanzie precise, sia perché dentro si celano insidie e tranelli di cui ne farà le spese la collettività, chiamata a pagare costi sempre più alti per far ingrassare i privati a fronte di servizi sempre più scadenti. Quello che è già successo ai Comuni di Ato sud che come precursore nel 2014, ha visto subentrare la gestione unica: a vincere la gara la sola azienda che ha partecipato al bando, un raggruppamento di società che già svolgevano servizio nelle province, con una progettazione costruita ad hoc: una manovra per riempire il buco di queste partecipate entrate con le loro passività all’interno della nuova holding. Risultato: qualità del servizio peggiorata e un aumento del 25% della tariffa dei rifiuti. 

L’inghippo dunque è dietro l’angolo. Basta dire che nel piano straordinario appena votato da uno sparuto numero di sindaci (basta il 30% secondo il regolamento Ato), si parla di aumentare la differenziata, ma senza prevedere una vera propria strategia per arrivare al "Rifiuto Zero" tanto che si spinge il conferimento all’inceneritore che vedrà aumentare la quota dal 13 al 20% mettendo in programma persino il "revamping" (la ristrutturazione) dell’impianto di Pisa. 

Senza considerare che ci saranno gravi ripercussioni economiche per chi non raggiungerà gli obiettivi e a farne le spese saranno come sempre i cittadini. “ A Viareggio dove il porta a porta è attualmente intorno al 50% - spiega Giulio Zanni consigliere 5 Stelle- nella pianificazione per il 2016 è già atteso al 62%, ben 12 punti da incrementare e alla svelta, senza considerare la quota del 70% prevista nel 2020, una missione impossibile stando alla realtà attuale dei fatti. Per arrivarci tutta la città dovrebbe essere coinvolta nella raccolta porta a porta e dunque bisognerebbe capire 
come pensa il sindaco di rispondere a queste urgenze e come intende intervenire nella 
pianificazione dei servizi in vista di quello che ci aspetta in futuro”. La discussione per avviare questo iter della maga partecipata è avvenuta tra l’altro senza il coinvolgimento dei consigli comunali delle città interessate. il Pd che detiene la maggioranza nei comuni di Ato costa ha dato sostanzialmente carta bianca ai vertici per arrivare a una trattativa che non vuole far crescere Reti ambiente come soggetto pubblico, favorendo altresì l’ingresso di soci privati che porteranno i suoi manager a gestire in regime di monopolio, un immenso patrimonio pubblico e l’appetibilità dell’affare si capisce anche dal fatto che in gara ci sono addirittura oltre a quattro aziende italiane anche tre provenienti dal resto dell’Europa. 
“ In gioco ci sono tanti soldi della collettività- continua Giulio Zanni consigliere del Movimento 5 Stelle- e il ruolo del pubblico non può limitarsi ad un mero passaggio di consegne al socio privato, voluto a tutti i costi dalla Regione, che terrà in mano il nostro futuro per i prossimi vent’anni, facendo il bello e il cattivo tempo. L’assemblea dei comuni è l’unica che può fermare questa marcia inesorabile, i sindaci per il bene dei cittadini dovrebbero rigettare il ricorso alla gara europea per l’individuazione del socio privato e premere per una gestione pubblica "in house" dello smaltimento rifiuti, magari attraverso la costituzione di una società consortile che riunisca le varie municipalizzate attualmente in attività”. In più si alzano dubbi di legittimità sull’iter seguito. 

“Siamo sicuri che tutto è stato fatto con i crismi di legge? – prosegue Zanni- Mi risulta che qualsiasi atto di pianificazione territoriale debba ricevere l’avvallo del consiglio comunale, si rischia così che gli atti votati finora dall’assemblea siano invalidati o nulli”. Da qui l’importanza per gli amministratori di essere vigili e presenti, le assenze, vista la posta in gioco, non sono giustificate: “ E’ stata una grave mancanza per chi governa la città- prosegue Zanni- non essere stato presente all’ultimo incontro a Guasticce- ciò sembra voler dire che il nostro futuro è già stato venduto o ipotecato e che non c’è interesse a puntare i piedi per cercare soluzioni che vadano in direzione della salvaguardia dei diritti della cittadinanza. Sarebbe anche il caso che Viareggio, forte dei suoi numeri, come valido rappresentante della Versilia che conta quote importanti nel volume di produzione dei rifiuti, entrasse a far parte del consiglio direttivo di Ato, dove tra l’altro il neo sindaco potrebbe portare tutta la sua competenza essendone stato membro alla guida del Comune di Capannori, sfatando quella consuetudine che vede la città sempre deficitaria di ruoli chiave all’interno delle varie municipalizzate. "E’ l’ora di cambiare rotta", Del Ghingaro ci aveva costruito il suo slogan elettorale: dimostri che il cambiamento è nei fatti e non solo nelle parole”.

Giulio Zanni portavoce consigliere M5S Viareggio

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