Ormai è evidente, il palazzo comunale non è certo diventato
il famoso “palazzo di vetro” di cui tanto si parlò in campagna elettorale;
quello che forse invece è meno manifesto, è che alla presenza di fumosissime
finestre decisamente poco trasparenti, si aggiunge il contributo di un certo
modus operandi che suona molto come l’antico adagio delle “tre scimmiette”. Io
non vedo, io non sento, io non parlo.
Entrati in comune in forma di consiglieri
comunali, noi del Movimento 5 Stelle, che notoriamente sogniamo in grande, ci
siamo dati un gran da fare sotto il profilo della richiesta di documenti,
accesso agli atti ed interrogazioni: per criticare e proporre è necessario
conoscere e con buona pace dei molti delatori non siamo affatto quelli della
sola protesta, quelli che la proposta non sanno nemmeno dove stia di casa e
che, ci accusano spesso, nemmeno la vogliono.
Tralasciando il quasi totale non
rispetto della prassi amministrativa tale per cui, a fronte di un’oggettiva
incapacità di produrre la documentazione richiesta, corre comunque l’obbligo di
darne giustificazione entro i successivi tre giorni, è soprattutto in alcuni
ambiti di pertinenza e quando si tratta di toccare alcuni tasti dai nervi
scoperti che ottenere documenti e risposte precise si trasforma in impresa più
che titanica, pura utopia.
In casi come questi infatti, si entra in un dedalo
di rimandi di responsabilità che vanno dall’alzata di spalle del “non è a me
che compete, rivolgersi altrove prego”, allo scaricabarile della peggior specie
sulla base del fatto che non di rado, non è nemmeno chiaro quale sia l’ufficio
deputato a rispondere.
Ultimo di questa serie di sfortunati eventi, quello per
cui, a seguito di un’ennesima richiesta di accesso agli atti, siamo stati
informati del fatto che l’unica risposta possibile sarebbe stata una
banalissima certificazione mediante la quale si attesti che i documenti
richiesti “SEMPLICEMENTE” non esistono.
Sfortuna vuole che nessuno si sia reso
disponibile per produrre e firmare una certificazione di questo tipo.
Lo
sappiamo, si sarebbe trattato di una sorta di ammissione di colpevole
negligenza rispetto a documenti che, per loro stessa natura, non hanno facoltà
di sussistere o meno in base a come tira il vento.
Ammettiamo che
quest'amministrazione comunale, una volta di più, ci stupisce con i suoi
effetti speciali poiché anche su documenti inesistenti è riuscita a costruita
tutta una serie di ipotesi di giudizi e prese di posizione, a testimonianza di
quanto anche in politica basti essere fermamente convinti dell’esistenza di
qualcosa perché questa cosa non solo esista, ma sortisca effetti. Un po’ come
avviene con il famigerato effetto placebo.
Quel che è certo, è che attestare
che alcuni documenti non si trovano più e forse chissà, non sono mai esistiti,
richiede una certa dose di assunzione di responsabilità e coraggio, elementi la
cui colpevole assenza pare essere diventata ormai il leitmotiv trainante di
buona parte dell’ormai nota prassi politica.
Sebbene questo “J’Accuse!” non
voglia essere una denuncia generalizzata e senza alcun discrimine, viene in
ogni caso da chiedersi se gli addetti ai lavori siano consci del fatto che
l’esimersi dallo svolgere le loro funzione costituisca un danno per tutta la
città prima ancora che per i singoli consiglieri, oltre a fornire un valido
motivo per ritenere che ci siano tutte le buone ragioni per mandare a casa
anche loro.
Qualcosa ci dice però, che anche in questo caso rischieremmo con
tutta probabilità di accrescere le domande senza risposta.
Una volta di più.
MoVimento 5 Stelle Viareggio
Nessun commento:
Posta un commento