lunedì 11 marzo 2019

Tanto tuonò che piovve.

Non ci soprende che lo stadio dei Pini a forza di tergiversare, e di restare per mesi in uno stato di impasse costellato di rinvii, tentativi di rattoppo e rabberci vari resti inesorabilmente chiuso tracciando l'ennesima debacle dell'Amministrazione Del Ghingaro sulla questione degli impianti sportivi ( e non solo) . Il Movimento 5 Stelle dopo l'annuncio del trasferimento in Liguria della Viareggio Cup per il niet della commissione di vigilanza alla riapertura dell'impianto per carenze strutturali passa all'attacco puntando il dito contro l'incapacità dell'Amministrazione nella gestione dei problemi inerenti la messa in sicurezza di uno stadio che da anni grida vendetta. Se infatti le porte del campo sono ormai serrate dal 30 giugno, il Comune se l'è presa calma nel frattempo confidando forse nella sua capacità di sistemare la questione. Ecco che però arriva l'apertura di un’indagine da parte della Procura sull’agibilità dello stadio: succede così che all'interno della commissione di vigilanza, chi aveva in un primo tempo rassicurato sulla possibilità di riaprire i battenti a seguito di una prima tranche di lavori eseguiti mettendo mano alle casse comunali, proprio per l'intervento della Procura, si rimangi la parola decidendo lo stop dell’attività sportiva, proprio mentre il sindaco sta preparando l’ordinanza di riapertura. Risultato: si torna al punto di partenza senza passare dal via con Viareggio che perde un altro importante tassello per il rilancio dell'immagine ma anche dell'economia della città. Il sindaco ha detto che quando l'indagine sarà chiusa chiederà a tutti gli enti coinvolti l’esatta consistenza dei lavori necessari per far riaprire lo stadio. E farà due conti. Non sarebbe stato meglio farli prima? Questa mossa maldestra dell'Amministrazione non fa che minare ulteriormente la ripresa della città: Viareggio ha già svenduto alcuni dei suoi gioielli migliori, immobili e strutture importanti per la città, i suoi servizi sono in mano a chi si preoccupa più di farli fruttare per se stesso che a rendere buoni servigi alla cittadinanza, si va avanti a suon di slogan e a far scena con incantesimi che quando finiscono il loro effetto lasciano davanti agli occhi una desolante realtà; a tal proposito ci preoccupa l'allarme lanciato dai revisori dei conti sulle condizioni finanziarie di I care, il fatto che la società ipotechi le sue farmacie per ottenere credito dalle banche e pagare le tredicesime ai suoi dipendenti, i licenziamenti in atto, la promiscuità tra i beni e le risorse dell'azienda e quelli del comune, le carenze funzionali e le problematiche dimostrate nella gestione dei suoi servizi; ci eravamo opposti fin dall'inizio alla creazione di questa partecipata che sembra sempre più assomigliare a quella, ovvero la Viareggio Patrimonio, della quale è andata a prendere il posto.

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