giovedì 18 agosto 2016

Risposta al Del Ghingaro


E’ normale democrazia che all’arrivo del commissario prefettizio, proveniente da fuori, le diverse forze politiche chiedano un incontro per porre alla sua attenzione le questioni su cui hanno incentrato fino a quel momento la loro attività e il loro impegno in consiglio comunale, anche se sicuramente stona all’orecchio di chi non le ha mai considerate, cercando di fare da sempre come se non esistessero. E se qualcuno, come lei dice, va a piangere dalla mamma, che dire allora di chi va a piangere da papà, chiedendo di intervenire contro i brutti e cattivi che non lo fanno più giocare, e lo fa di nascosto, senza dirlo a nessuno per mantenere il suo aplomb, oppure mandando avanti altri, come nel caso dei ricorsi contro la sentenza del Tar. A piangere da quel papà Enrico Rossi, grande e forzuto (politicamente parlando), che ogni tanto sgancia qualche soldo per tappare i buchi del povero figliol prodigo ritrovatosi capofamiglia in una casa, quella comunale, in pieno dissesto: quando per pagare gli insegnanti messi nel libro paga chissà come mai di qualche cooperativa fiorentina, quando per i debiti del Pucciniano in cui ha voluto alla presidenza il maestro Veronesi, quando per quelli del Carnevale a cui ha messo a capo il pezzo da novanta della Marialina Marcucci, quando per la riqualificazione della pineta attraverso fondazioni legate a doppio filo al Pd. Si parla di questuanti, semmai in quel modo ci ha sempre trattati lei, dall’alto del suo scranno e della sua alterigia, continuamente a chiedere il rispetto delle norme e dei regolamenti: davanti a delibere da votare senza avere a corredo la necessaria documentazione, a interrogazioni, richieste di chiarimento e di accesso agli atti rimaste disattese. Così come si sono visti rispondere sempre picche cittadini, categorie e associazioni che hanno chiesto per mesi incontri, senza mai avere una risposta. Sappiamo che le critiche non le sono mai piaciute, ma è inevitabile per chi è, o era, a capo di una città confrontarsi con chi ha idee diverse dalle proprie e magari non vede di buon occhio certe scelte attuate sulla scia di input partiti più per gli affari e gli interessi in gioco che per il bene collettivo, anche questa è democrazia. Certo il suo qualunquismo e il suo disprezzo ci mette tutti dalla stessa parte, quella dei cattivi, o dei babbuini come ci ha rappresentato con “grande” stile in un post sul suo profilo facebook. Lega Nord e Movimento 5 Stelle sono molto diversi tra loro, e lo sanno tutti, anche se su certe questioni ci sono state convergenze certo non dovute per partito preso, o per scelta politica, ma per buon senso: come la posizione sulle delibere da approvare senza il parere favorevole dei revisori dei conti, o il fatto di essere dalla parte delle legge, di chi ha sentenziato che nelle elezioni ci sono state gravi irregolarità e dunque necessariamente si deve agire per garantire la legalità, la democrazia e la legittimità del voto. Capiamo poi che avrebbe preferito essere l’unico interlocutore del commissario, la bocca della verità: magari la infastidisce il fatto che altri avranno raccontato scenari diversi da quelli che lei si sbraccia a raccontare dicendo che Viareggio stava viaggiando verso porti sicuri e tutto stava per prendere la piega giusta: una città in rinascita, ma solo dal punto di vista degli zampilli, che non si sa ancora per quale ragione si sono spenti, e delle buche tappate, che però sono già riaffiorate. A rimetterci, e non solo per quello che interessa ora a lei, sono da sempre i cittadini di Viareggio che con tutto quello che hanno dovuto sorbirsi fino ad ora, sicuramente possono digerire anche una partita, tra l’altro mal giocata, che essendo stata “ truccata” viene quindi interrotta a metà, proprio come la Tosca del suo maestro Veronesi. Giudici che prendono la palla e fanno smettere di giocare. E’ quello che fa l’arbitro quando ci sono irregolarità in campo. E’ tutto normale. A prendersela di più saranno forse i suoi supporter preoccupati di non realizzare quanto magari promesso in campagna elettorale. Che dire poi del suo atteggiamento da badante? Si è premurato di raccontarci che ha più volte chiamato il commissario, addirittura gli ha mandato messaggi, per ricordargli certe importanti scadenze, e lo ha detto ai quattro venti per far capire quanto è interessato alla sorte della sua Viareggio, rivelando quanto poco confida nell’operato di chi alle dirette dipendenze dello Stato sta agendo per rimettere in pari i conti della città, senza tra l’altro venir tirato alla giacchetta dall’uno o dall’altro per prebende o promesse elettorali da mantenere. Ebbene adesso almeno per il momento lasci fare ( e incontrare chi vuole) a chi è legittimato a amministrare la città, lasci che decida da solo se sono perdite di tempo o incontri proficui, e si dia un attimo di pace perché, come dimostra a suon di post via social, le frustrazioni sembra che ce le abbia sicuramente più lei che qualcun altro, e si goda le ferie.

MoVimento 5 Stelle Viareggio 

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