domenica 8 settembre 2013

Difendiamo l'ART. 138, Difendiamo la Costituzione



Come vorrebbero


Il Governo e la connivente maggioranza che lo sostiene vogliono cambiare il funzionamento delle nostre istituzioni democratiche modificando profondamente la “costituzione più bella del mondo”.
È stato istituito il comitato dei saggi, composto da persone non elette scelte dal Governo e dallamaggioranza, per lavorare in segreto con il Ministro Quagliariello, mentre il Parlamento e i cittadini sono tenuti all’oscuro delle proposte di riforma avanzate. Il Parlamento avrà tempo al massimo 18 mesi per discutere e approvare la riforma globale voluta dal Governo. Per questo vengono tagliati tutti i tempi dell’iter legislativo, compreso l’intervallo tra la prima e la seconda votazione, portandolo da tre mesi a 45 giorni. Si vuole creare un comitato ristretto per le riforme composto di soli 20 deputati e 20 senatori per accelerare i lavori del Parlamento ed imbavagliare le opposizioni, impedendo a queste di discutere insieme alla maggioranza delle rilevanti modi!che volute dal Governo. Alla fine si farà un referendum confermativo e la maggioranza, dopo aver ignorato in Parlamento le opposizioni, chiederà di dire “si” o “no” in blocco alla riforma globale.


Com’è


La Costituzione prevede che il Parlamento sia la sede esclusiva per portare avanti delle riforme costituzionali. Maggioranza ed opposizione devono innanzitutto studiare insieme le possibili riforme, anche richiedendo pareri ad esperti, in una dialettica che coinvolge tutte le forze politiche e i cittadini. Il procedimento di revisione è pensato per portare a specifiche e puntuali modifiche, non a riforme globali. I Costituenti hanno previsto che il procedimento in Parlamento sia approfondito e meditato, per questo è previsto che si svolga in ciascuna Camera separatamente, lentamente e senza tempi massimi di scadenza. Ciascuna Camera deve pronunciarsi due volte sul progetto di riforma, ma non può farlo prima che siano trascorsi almeno tre mesi dalla prima approvazione, proprio perpermettere al Parlamento di riflettere a pieno sulla decisione !nale oltre che permettere di sensibilizzare sul tema i cittadini. La Costituzione esclude il ricorso al referendum confermativo sela riforma è de!nitivamente approvata da almeno i 2/3 dei membri di ciascuna Camera, perché normalmente questo dovrebbe signi!care che le riforme sono state portate avanti in Parlamento dalla maggioranza insieme alle opposizioni in rappresentanza di un amplissimo numero di cittadini e quindi di gran parte del Paese. In caso contrario, entro tre mesi dalla data della seconda votazione, può essere richiesto il referendum confermativo, che è senza quorum partecipativo, lasciando ai cittadini la sovranità assoluta nella decisione finale.


Effetti indesiderati


Il Governo è il grande regista di questa riforma globale che stravolgerà la Costituzione più bella del mondo; in Parlamento non ci sarà né il tempo né la possibilità di valutare seriamente le proposte, studiarle con gli esperti, confrontarsi e cercare le  soluzioni migliori per i cittadini; la riforma globale sarà approvata dalla sola maggioranza delle “larghe intese”, senza ascoltare e coinvolgere le opposizioni e l’opinione pubblica, alla quale non verrà nemmeno dato il tempo di potersi informare; la maggioranza delle “larghe intese” non rappresenta davvero i 2/3 della popolazione, perché il Porcellum ha gonfiato i suoi seggi; il referendum confermativo non darà un vero potere in più ai cittadini, ma finge solo di restituire agli elettori quello che il Porcellum ha tolto al Parlamento, che viene ancora una volta oscurato e spogliato delle sue funzioni; le proposte di modifica saranno presentate da 40 persone scelte per nomina e non per votazione; la realtà dei mass media legati ai “potenti” non contribuirà ad una giusta informazione al cittadino in vista del referendum confermativo; nascosto dietro la necessità di una stabilità di governo maggiore, c’è l’obiettivo finale di arrivare ad uno sgangherato presidenzialismo o semi-presidenzialismo ed accentrare il potere nelle mani di pochi, i soliti pochi, a discapito dei molti.

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