lunedì 31 dicembre 2012

Parco di San Rossore: il Movimento 5 Stelle chiede trasparenza sulla nomina del Direttore

Riceviamo dai nostri amici di Pisa e ben volentieri pubblichiamo.

Pisa, 28 dic. 2012 - Probabilmente ritardata dal clamore suscitato dalla mobilitazione contro l’ipotesi di cedere il Parco alla Regione, è stata finalmente resa nota la situazione in merito alla selezione "farsa" per la nomina di un nuovo (si spera) Direttore al parco di San Rossore. Stranamente i requisiti professionali richiesti nel bando, prevedevano di tutto, meno che una qualche esperienza pregressa in aree protette. Da non credere visto che si deve scegliere, non un semplice Dirigente da valutare ad personam in colloqui e titoli, ma colui che occuperà la carica di Direttore di una delle aree protette più importanti d'Italia, con un incarico di grande responsabilità e complessità per il quale è garantito uno stipendio di tutto rispetto, 80mila Euro/anno lorde.(!?) A pensar male, si potrebbe credere che, si voglia far entrare dalla finestra (del Parco) chi è esce dalla porta (del Comune).


Finalmente, si diceva, è stata data la notizia che, dalla scrematura dei 107 aspiranti, sono stati selezionati i 15 candidati che si giocheranno la carica. Finalmente! Perché cominciavamo a chiederci le ragioni di tanto ritardo, visto che la Commissione esaminatrice aveva da tempo concluso i colloqui e messo a verbale l’elenco dei “15”. A questo punto ci piacerebbe conoscere, oltre al nome e cognome di costoro, anche, i criteri scelti per la nomina del Direttore. La lentezza con cui si procede, alimenta il dubbio che ci sia una volontà “politica” (nella sua accezione più negativa), di volere rallentare, se non di bloccare, il rinnovamento che le circostanze rendono urgente per fare uscire il Parco dall’attuale stato di galleggiamento tra antichi fasti e totale immobilismo progettuale e strategico. 

Circola con insistenza la voce che, i “padroni del vapore”, hanno già deciso per il mantenimento dello “status quo” rinominando per l’ennesima volta ( la quarta senza concorso in 17 anni) il “vecchio” Direttore Sergio Paglialunga. Ipotesi, per noi, da scongiurare a tutti i costi, pena l’inesorabile declino di una delle potenzialità pisane più accreditate a dare impulso all’intera città, sotto il profilo ambientale-turistico-occupazionale ed economico. 
A parte questo terribile rischio, anche per noi che siamo garantisti convinti, la riconferma risulterebbe di difficile comprensione, alla luce dell’antipatica situazione giudiziaria in cui Paglialunga notoriamente si trova.
Dopo essere uscito indenne da alcuni procedimenti penali per intervenuta prescrizione, nel 2010, il Tribunale di Pisa, lo ha condannato in primo grado a 3 mesi di reclusione per Rifiuto o omissione di atti d'ufficio con pena accessoria dell’interdizione per un anno dai pubblici uffici concedendogli, poi, il beneficio della sospensione condizionale della pena. 

Passato burrascoso, nonostante il quale, i “padroni del vapore” non si sono mai permessi di sospenderlo dall’incarico o trasferirlo ad altre mansioni. 
La circostanza appare assai strana, visto che il Presidente del Parco (di ovvia nomina politica) rappresenta una forza politica, il PD, che da tempo, si erge a paladino di legalità, trasparenza e dignità, quali presupposti irrinunciabili per ogni candidatura destinata a ricoprire cariche pubbliche. 
Strano, come strano, risulta assordante il silenzio dei nostrani "soloni" dell'ambientalismo e della legalità. Cioè di coloro che, recentemente, hanno strillato contro la Regione per scongiurare la proposta di legge, non tutta da buttare, per la costituzione di un'agenzia regionale per la gestione del patrimonio agroforestale demaniale. Un tentativo per riportare alla terra molti giovani, assecondando la tendenza in corso nel nostro Paese di ritorno all'agricoltura. Un rimedio forse anche contro un'incuria amministrativa che spesso ha depauperato e distrutto centinaia di edifici storici e rurali in Toscana. Incuria e disinteresse che in San Rossore ha "garantito" il crollo di tetti e porzioni di edifici (vedi complesso de La Palazzina) per mancata manutenzione alla quale si è preferito, spendendo milioni di euro, la bitumazione (!?) di alcune strade della tenuta, oppure la progettazione di interventi, poi naufragati nell'oblio con cantieri mai chiusi e, sui quali sarebbe, quanto meno, auspicabile che la magistratura facesse chiarezza.



MoVimento 5 Stelle Pisa
Gianfranco Mannini Candidato alla Camera 

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