venerdì 9 giugno 2017

E dopo il Rendez Vous che succede?

Finita le festa, gabbato lo Santo ? 400 mila gli euro spesi dalla Regione, ovvero dai cittadini toscani per un evento incentrato sul mondo dei maxi yacht durato 4 giorni in Darsena, dato tout court in mano alla Fiera di Milano che in quattro e quattr'otto "ha montato e smontato" stand, "attraccato" barche e natanti delle firme piu' prestigiose, "cucinato e sfornato " manicaretti a tempo di record lungo il percorso dello street food, incassando 20/25 euro a ingresso, senza considerare il costo pagato dalle aziende per avere i loro spazi espositivi , mentre come funghi nel trambusto per l'evento spuntavano in mezzo ai lavori in corso parcometri per il pagamento del parcheggio in aree fino a quel momento rimaste free. Tutto questo mentre veniva siglato il protocollo d’intesa tra Regione Toscana, Comune di Viareggio e Distretto Tecnologico per la Nautica e la Portualità, per l'organizzazione del Salone d'eccellenza per i prossimi tre anni strizzando l'occhio ai nostalgici della fiera della nautica, ai patiti del glamour e del fashion che non sappiamo per quale ragione dovrebbero scegliere di venire a Viareggio se non per comprarsi una barca e tagliare subito la corda viste le condizioni in cui versa il porto turistico. Dunque yachting Rendez vous puo' essere vista come un'occasione di promozione, che accende di nuovo le luci sulla città di Viareggio, e magari col suo luccichio riesce ad abbagliare la vista su qualche dettaglio "di poco conto" come detto a piu' riprese da Walter Alberici assessore al porto e alla promozione della città, che ha spiegato di non aver tempo da perdere davanti alle richieste di chiarimento circa gli aspetti legali, organizzativi, economici e procedurali riguardanti la realizzazione dell'evento giunte a piu' riprese dal Movimento 5 Stelle. 

L’associazione Nautica Italiana, il club degli ex Ucina che raccoglie alcuni tra i più importanti brand italiani del settore è stata l'artefice della fiera, che ha ideato e creato il progetto, entrando in querelle tra l'altro anche con Ucina-Confindustria Nautica la quale non accettava di avallare la manifestazione versiliese in mancanza di alcun documento scritto, senza regole o garanzia alcuna sulla riuscita della kermesse che a detta loro si poneva come contro-evento fotocopia del Salone Nautico di Genova. Alla fine Nautica Italiana l'ha spuntata, e i due litiganti hanno trovato pace con la mediazione del Miae e probabilmente lo sblocco dei finanziamenti sospesi per la querelle. Cosi' il salone e' stato organizzato, avvalendosi del supporto di Altagamma, la Fondazione che rappresenta l’alta industria culturale e creativa italiana, a cui nautica italiana e' affiliata, con la collaborazione di Fiera Milano in partnership con il Distretto Tecnologico per la Nautica e la Portualità Toscana, nato da bando di gara emesso in materia dalla Regione Toscana, che tra l'altro porta dentro sé Navigo, la più estesa rete di aziende di nautica da diporto della Toscana, capofila del progetto triennale che è stato accettato dalla Regione prevedendo un costo di 888 mila euro e un finanziamento della Regione pari alla copertura del 50% delle spese effettuate su precise azioni di sviluppo. Cosi' Rendez vous e' partito, contando sul supporto della regione Toscana che ha contribuito economicamente all'evento e del Comune di Viareggio.
Il format e' quello di affidare a un soggetto terzo e professionale l'organizzazione espositiva. Si ma seguendo quale prassi? E scegliendo il partner secondo quali criteri visto che si tratta di soldi pubblici? Non sappiamo neppure quanto e' costata la manifestazione e a quanto ammontano in totale i finanziamenti pubblici eventualmente che vanno oltre quei 400 mila euro dichiarati in conferenza stampa dalla regione toscana. 

E chiuso il sipario sull'opulenta kermesse poi cosa resta? 

Un porto in bancarotta messo all'asta al ribasso che nessuno si vuol comprare, in piena decadenza e deterioramento, mentre latita ancora il piano regolatore del porto, e il nuovo mercato ittico non ancora finito cade gia' a pezzi, e questo dopo lo storico flop costato caro ai tempi della costruzione della vecchia struttura. E ancora, l'annoso e mai risolto (sara' un caso) problema dell'insabbiamento dei fondali del porto costato da sempre un'emorragia di soldi pubblici alla ricerca del sistema migliore tra draghe e sabbiodotti, periodicamente riproposti e rifinanziati e che fa si' che i bassi fondali costituiscano il problema numero uno dello sviluppo del porto di Viareggio. Dove pero' vuol costruire una banchina per il mercantile, costo previsto di 2milioni e 600mila euro di cui ancora ignoriamo l’utilità visto che Viareggio si trova tra i grossi porti commerciali di livorno, La Spezia e Carrara. Un'area produttiva come il consorzio Polo Nautico nata sotto i migliori auspici che ha fallito il suo intento di essere una sorta di silicon valley della nautica 
dove gli accordi presi tra comune e concessionari per salvaguardare i posti di lavoro in relazione all'occupazione delle aree sono stati disattesi in un complice silenzio e mentre si permetteva a qualcuno di fare il buono e il cattivo tempo, di occupare spazi con subconcessioni o magari senza renderle produttive ci si è lasciati scappare marchi storici e illustri che hanno tolto le tende da Viareggio nell'indifferenza politica piu' totale trasferendosi altrove per carenza di spazi con importanti riflessi sull'indotto viareggino. Dove si cavalca Il progetto di un'asse di penetrazione che deturperà l’area verde di un importante pezzo di pineta e la faccia di un intero quartiere congestionando ulteriormente la darsena e i quartieri limitrofi (più strade = più traffico), senza considerare l'ombra della malavita che si e' allungata su concessioni date in zona portuale forse con troppa leggerezza... Questo senza considerare la mancanza di adeguati servizi alle banchine pubbliche per le imbarcazioni, la cattiva gestione della fallita Viareggio porto spa, che ha fermato il tempo a 50 70 anni fa mentre altri porti turistici adeguavano i loro standard qualitativi e altre marine nascevano ex nuovo con tutto il loro moderno appeal. 

Vedremo se Viareggio sara' in grado di cogliere la sfida soprattutto con se stessa e utilizzare finalmente in modo proficuo i finanziamenti pubblici che negli anni sono arrivati cospicui, senza lasciare traccia tangibile sul territorio, senza creare alcun beneficio alle sue imprese e ai suoi cittadini... intanto e' tempo di glamour, di passerelle, belle, costose quanto enigmatiche iniziative ...

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