Leggiamo sulla stampa la proposta da parte del Presidente Lattanzi di un Piano D per assicurare investimenti e tenere in ordine i conti di Gaia.
Stranamente siamo d’accordo con parte delle analisi del Presidente sui motivi per cui Gaia è in questa situazione vergognosa; crediamo, infatti, che la politica abbia la maggior parte di responsabilità, condivise con un management inadeguato scelto dalla stessa politica con criteri opachi e rispondenti a logiche clientelari.
Certo è che nella fase di nascita di Gaia, come di tutte le altre partecipate, si sono sistemati gli “amici”, che hanno fatto carriere strepitose, assunto personale in posizioni impiegatizie a discapito della capacità di intervento; tutti costi fissi che da allora ci stiamo portando dietro.
Leggiamo che Lattanzi vuole assumere altri 5 figure “con ruoli manageriali”… e con quelli che ci sono che ci fa? Vogliamo provare a fare finalmente una seria verifica e valutazione interna? Che l’azienda sia stata mal condotta è di tutta evidenza, quello che è mancato in tutti questi anni è un provvedimento esemplare da parte dei Soci – i Comuni, rappresentati dai Sindaci – che evidenziasse il problema e lo risolvesse e invece i nostri amministratori si sono limitati ad aumentare le tariffe: troppo facile.
Lattanzi relativamente ad una eventuale privatizzazione, fa riferimento ad una ben accetta “mentalità manageriale e di ottimizzazione delle risorse che il pubblico non riesce a mettere in campo” affermazione molto grave ed irresponsabile: se non è contento di come lavorano gli attuali dirigenti, pagati tutti profumatamente, prenda provvedimenti oppure lasci il posto a chi se la sente di farlo.
Non è la forma sociale che fa la differenza ma la formazione del personale, in particolare dei dirigenti e dei quadri aziendali. Ora basta, RESET.
Invece di aumentare enormemente lo stock del debito e ribaltarlo pari pari sulle spalle dei cittadini, facendoci guadagnare solo le banche (ma guarda caso, sempre loro) si attivi Lattanzi per ottenere i finanziamenti per gli investimenti attraverso gli strumenti previsti dalla Regione Toscana come ricordato a tutti nella sentenza di fine settembre 2014 della Corte dei Conti (n.166/2014/VSG) dove si legge: “Va infine considerato che la vigente normativa regionale coinvolge la responsabilità della Regione non solo nella nomina del direttore generale dell’Autorità idrica, ma anche a fini di sostegno finanziario delle società di gestione del servizio idrico integrato; sostegno a sua volta funzionale alla realizzazione di investimenti infrastrutturali (art. 25, co. 2, della l.r. n. 69/2011)”.
Grave anche l’ultima affermazione di Lattanzi “Ebbene: se io fossi proprietario di una casa da rivendere e la volessi vendere prima di metterla sul mercato gli darei una bella sistemata”. La bella sistemata, purtroppo, la stiamo dando noi cittadini, pagando un 5%, minimo, l’anno, di aumento della tariffa idrica e pagando le assurde partite pregresse, per cosa poi? Per vedere GAIA essere messa, dopo la bella sistemata, sul mercato e comprata da un soggetto privato?!
La cosa più urgente che Lattanzi dovrebbe fare è un tavolo di confronto, un panel di controllo dei cittadini, che abbia pieno e libero accesso alle informazioni relative alla gestione aziendale; lo faccia mettendo in atto il suo auspicio di rivedere “i rapporti tra Assemblea e Consiglio di GAIA” e forse diventerà un po’ più credibile.
Ora basta, RESET.
MOVIMENTO 5 STELLE – Tavolo H2Oro