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Nel mirino questa volta è una giornalista, di quelle non omologate, con la passione delle inchieste, che setaccia l’azione amministrativa con attenzione e dedizione. Oggi pubblicamente accusata dall'ex primo cittadino addirittura come la "colpevole" di tutti i mali di questa città, del dissesto e magari anche della "peste bubbonica" e delle "sette piaghe d’Egitto". La sua colpa è quella di raccontare la realtà così come ricostruita dai fatti e dai documenti, quella di mettere nero su bianco tutti le contraddizioni e le inquietudini di un’amministrazione e di una città alla deriva.
…La realtà è anche facilmente e dolorosamente palesabile con un minimo di osservazione e senso critico, tuttavia è così stranamente distante da quello che celebra il novello "RE MIDA" che intorno a sé dispensa da sempre una ruffiana bellezza, grandi zampilli e proclami, oltre che straordinari atti di "buona" amministrazione, (spesso bocciati dai sindaci revisori). La giornalista, è colpevole di oltraggio al "RE", di narrare una verità sgradita, di fare il suo mestiere e di non adeguarsi a sbrigativi question-time di "palazzo" da giornalismo fatto da veline autocelebrative, insomma una giornalista sgradita e scomoda per chi soffre l'allergia da approfondimento. L’articolo 21 della Costituzione Repubblicana, per quanto ancora potrà durare, proclama che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Così come l'articolo 2 (Diritti e doveri) della legge professionale 69/1963 recita: “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”. La libertà di informazione e di critica è un “diritto insopprimibile” dei giornalisti, le libertà fondamentali affermate, garantite e tutelate nella Parte prima, Titolo primo, della Costituzione della Repubblica, come la libertà di manifestazione del pensiero, sono riconosciute come diritti del singolo, che il singolo deve poter far valere nei confronti di tutti, autorità comprese, beni assistiti da rigorosa tutela costituzionale (Corte costituzionale, sentenza 122/1970). E se da sempre è esistito un dissenso del politico di turno nei confronti del giornalista più critico, difficile è arrivare a questi toni così minacciosi ai confini dell’ingiuria e della diffamazione. Così quando Del Ghingaro parla di atteggiamento megalomane della giornalista: “di chi pensa di saperne più degli avvocati, più dei commercialisti, più dei magistrati e dei curatori, più di tutti, in questa mania di grandezza”, non si rende conto che sta' semplicemente guardandosi allo specchio! Sostiene che almeno si è "sfogato", ha detto "finalmente" quello che pensa e per questo gli sembra di aver fatto la cosa giusta per sé e per Viareggio... Per sé sicuramente visto che gli sta sfuggendo un'opportunità di visibilità, per il resto crediamo che questa città saccheggiata negli anni, con tutti i problemi che dovrà risolvere, in questo momento storico ha bisogno di ben altro!...
MoVimento 5 Stelle Viareggio
Nel mirino questa volta è una giornalista, di quelle non omologate, con la passione delle inchieste, che setaccia l’azione amministrativa con attenzione e dedizione. Oggi pubblicamente accusata dall'ex primo cittadino addirittura come la "colpevole" di tutti i mali di questa città, del dissesto e magari anche della "peste bubbonica" e delle "sette piaghe d’Egitto". La sua colpa è quella di raccontare la realtà così come ricostruita dai fatti e dai documenti, quella di mettere nero su bianco tutti le contraddizioni e le inquietudini di un’amministrazione e di una città alla deriva.
…La realtà è anche facilmente e dolorosamente palesabile con un minimo di osservazione e senso critico, tuttavia è così stranamente distante da quello che celebra il novello "RE MIDA" che intorno a sé dispensa da sempre una ruffiana bellezza, grandi zampilli e proclami, oltre che straordinari atti di "buona" amministrazione, (spesso bocciati dai sindaci revisori). La giornalista, è colpevole di oltraggio al "RE", di narrare una verità sgradita, di fare il suo mestiere e di non adeguarsi a sbrigativi question-time di "palazzo" da giornalismo fatto da veline autocelebrative, insomma una giornalista sgradita e scomoda per chi soffre l'allergia da approfondimento. L’articolo 21 della Costituzione Repubblicana, per quanto ancora potrà durare, proclama che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Così come l'articolo 2 (Diritti e doveri) della legge professionale 69/1963 recita: “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”. La libertà di informazione e di critica è un “diritto insopprimibile” dei giornalisti, le libertà fondamentali affermate, garantite e tutelate nella Parte prima, Titolo primo, della Costituzione della Repubblica, come la libertà di manifestazione del pensiero, sono riconosciute come diritti del singolo, che il singolo deve poter far valere nei confronti di tutti, autorità comprese, beni assistiti da rigorosa tutela costituzionale (Corte costituzionale, sentenza 122/1970). E se da sempre è esistito un dissenso del politico di turno nei confronti del giornalista più critico, difficile è arrivare a questi toni così minacciosi ai confini dell’ingiuria e della diffamazione. Così quando Del Ghingaro parla di atteggiamento megalomane della giornalista: “di chi pensa di saperne più degli avvocati, più dei commercialisti, più dei magistrati e dei curatori, più di tutti, in questa mania di grandezza”, non si rende conto che sta' semplicemente guardandosi allo specchio! Sostiene che almeno si è "sfogato", ha detto "finalmente" quello che pensa e per questo gli sembra di aver fatto la cosa giusta per sé e per Viareggio... Per sé sicuramente visto che gli sta sfuggendo un'opportunità di visibilità, per il resto crediamo che questa città saccheggiata negli anni, con tutti i problemi che dovrà risolvere, in questo momento storico ha bisogno di ben altro!...
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